Un lavoro che facciamo gratis
Da un po’ di tempo a questa parte, con l’incolpevole complicità della tecnologia, un lavoro invisibile si aggiunge in maniera sempre più invasiva all’impiego che svolgiamo consapevolmente.
Vi dedichiamo molto più tempo di quanto possiamo immaginare, e non viene assolutamente retribuito.
Il sociologo Craig Lambert lo definisce lavoro ombra.
Consiste in una serie di attività che svolgiamo al posto dei nostri fornitori, senza che ci venga riconosciuto nulla in cambio.
Per esempio, tutte le volte che:
- preleviamo un oggetto acquistato online presso un punto di ritiro,
- pesiamo la nostra frutta al supermercato,
- facciamo rifornimento al self-service.

Il lavoro ombra è quindi una specie di straordinario non richiesto, ma offerto sotto forma di vantaggio.
Riguarda anche mansioni piuttosto delicate o di concetto come:
- la compilazione di moduli e questionari,
- la configurazione dello smartphone appena acquistato,
- l’aggiornamento dei codici di sicurezza dell’home banking.
Un inganno travestito da conquista
Non si tratta solo del tempo ed energie mentali che impieghiamo sul sito della nostra banca, ad una cassa senza operatore dell’ipermercato o al self-service di una stazione di servizio.
La verità è che, in tutte quelle occasioni svolgiamo un vero e proprio lavoro non retribuito.
Inoltre, ingannati da parole come:
- comodamente dal tuo smartphone/ a casa tua
- sportello automatico,
- cassa veloce,
accettiamo tacitamente ogni tipo di inconveniente nel nome di una presunta autonomia.
Ecco quindi che in realtà si tratta di una falsa conquista.

Per esempio, mentre facciamo il lavoro invisibile di stamparci l’estratto del nostro conto corrente dall’home banking, dovremmo in qualche modo trarre un beneficio economico.
Infatti, grazie al nostro lavoro ombra, le banche risparmiano il costo della corrente, della carta e soprattutto dello sportellista.
Però, anziché ottenere una riduzione del costo del conto corrente, da tempo paghiamo di più i servizi allo sportello, e mentre svolgiamo il nostro lavoro non retribuito sull’home banking, siamo convinti di risparmiare.
Ma non è solo questione di soldi.
Un paradosso geniale
Tutto questo lavoro invisibile che che svolgiamo al posto di qualcun altro, senza guadagnarci nulla, influenza pesantemente il bilancio delle nostre vite.
Infatti, per svolgerlo, sottraiamo molto tempo, più di quanto possiamo immaginare, ad altre occupazioni apparentemente meno urgenti:
- riposo fisico e mentale,
- hobby e passioni,
- formazione,
- famiglia, affetti e amicizie.
Il sistema alla base della diffusione capillare del lavoro ombra è davvero geniale perché la stragrande maggioranza delle persone che vi aderisce senza rendersene conto.
Numerosi compiti ombra si sono infiltrati nelle nostre routine quotidiane, sistemandosi come abitudini mentre portiamo i nostri bambini a scuola o facciamo colazione al bar.
Craig Lambert
Il paradosso è che questi processi automatici avrebbero dovuto renderci più liberi, invece di fatto abbiamo sempre meno tempo ed energie da dedicare a noi stessi.
Infatti, fino a qualche tempo fa, dopo aver lavorato consapevolmente per produrre, potevamo consumare.
Adesso invece continuiamo a lavorare senza saperlo, anche mentre consumiamo.
È facile immaginare che proprio in questo gioco di lavoro invisibile non retribuito affondino le radici del burnout che colpisce molti lavoratori, in Italia e nel mondo.
Senza contare il fatto che, scambiarsi qualche parola con un commesso, un cassiere o un impiegato, contribuisce a tenere viva la propria rete sociale, piccola o grande che sia.
Vuoi maggiori informazioni sul lavoro ombra: le occupazioni invisibili che rubano il nostro tempo?
Scrivimi, ti risponderò prestissimo!