Abbatta questo muro! – Un discorso che cambiò il mondo

Abbatta questo muro! – Un discorso che cambiò il mondo

Il progresso è inarrestabile

Abbatta questo muro! è una frase pronunciata il 12 giugno 1987 a Berlino, dall’allora presidente degli USA Ronald Reagan, in occasione del discorso tenuto per le celebrazioni del 750° anniversario della fondazione della città.

Con queste parole, Ronald Reagan esortava -più o meno metaforicamente- il segretario generale del Partito Comunista Michail Gorbachov ad abbattere il Muro di Berlino.

In realtà, nelle settimane precedenti all’evento, il giovane autore del discorso Peter Robinson aveva soggiornato a Berlino per assicurarsi dell’impatto positivo di quelle parole sulle coscienze dei cittadini tedeschi.

L’intervento di Reagan durò circa mezz’ora, e trattò soprattutto delle differenze ideologiche tra Est e Ovest, e di come la libera circolazione di merci, persone e idee sia sempre stato un bene per il progresso di tutti.

Più avanti, in uno dei passaggi finali, sottolinea che anche se ostacolato, rallentato, il progresso è inarrestabile.

Questo muro cadrà. Le convinzioni diventano realtà. Questo muro non può resistere alla fede, non può resistere alla verità. Questo muro non può resistere alla libertà.

Ronald Reagan, Porta di Brandeburgo, Berlino, 12/06/1987

In effetti nel 1989, con soli due anni di ritardo sulla previsione del presidente, il Muro di Berlino cadde.

Il discorso integrale di Ronald Reagan presso la Porta di Brandeburgo, Berlino, 12/6/1987

La storia del Muro di Berlino

Il Muro di Berlino era una doppia recinzione che circondava completamente la parte ovest della città.

Il governo, con il supporto dell’esercito, costruì la prima cinta nel 1961.

Quest’opera divenne subito il simbolo della storica contrapposizione tra il mondo occidentale, controllato da USA, Francia e Gran Bretagna, e quello orientale, controllato dalla Russia.

I lavori cominciarono senza alcun preavviso in una notte d’estate, e causarono l’interruzione improvvisa delle linee telefoniche, l’immediata cessazione di molti servizi pubblici, a cominciare dai trasporti.

Successivamente, l’esecutivo della Germania Est tracciò un secondo perimetro, e fino al 1980 continuò a rafforzare tutto il sistema, con tralicci in calcestruzzo, filo spinato, travi chiodate, cani da guardia, torri di sorveglianza armata.

La fascia tra le due recinzioni lungo il percorso del muro fu rasa al suolo: tutti gli edifici furono demoliti, oppure espropriati e trasformati in presidi di guardia o logistici.

Moltissimi commercianti dovettero abbandonare le proprie attività, e per anni migliaia di persone non poterono ricongiungersi o semplicemente visitare i propri familiari che si trovavano al di là del muro.

In breve tempo, il Muro trasformò Berlino Ovest in una fortezza dalla quale era proibito sia entrare che uscire, se non per brevissimo tempo e per motivi approvati dalle autorità.

Un momento della costruzione della seconda cinta del Muro di Berlino

La fine di una politica insensata

Verso la fine degli anni ’80, una presa di coscienza di portata europea mostrò quanto questa separazione geografica ed ideologica fosse insensata, e portò a nuove leggi più permissive.

Quasi immediatamente migliaia di cittadini accorsero ai varchi chiedendo di passare dall’altra parte: le autorità compresero subito che nemmeno i militari avrebbero potuto trattenerli.

Così, uno dopo l’altro, tutti i posti di blocco furono aperti, e le due parti della città si riunirono ufficialmente la sera del 9 novembre 1989.

L’invito di Reagan “Abbatta questo muro” finalmente era stato accolto, e qualche mese dopo l’esercito tedesco orientale cominciò la demolizione effettiva del Muro di Berlino.

Alcuni tratti della fortificazione sono visibili ancora oggi, e rappresentano un’attrazione per turisti e curiosi.

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La East Side Gallery, il tratto più lungo del Muro di Berlino ancora in piedi – fonte: https://www.zeropositivo.eu

Argomenti mai verificati ufficialmente

La costruzione del Muro di Berlino fu accompagnata da una forte propaganda, da entrambe le parti.

I socialisti, che controllavano Berlino Est, sostenevano che quel muro avrebbe rappresentato un “baluardo antifascista“.

Inoltre, dicevano che fosse necessario per difendersi dalle spie occidentali che cercavano di infiltrarsi nel loro territorio.

Contemporaneamente, il governo occidentale dichiarava di sentirsi minacciato dalla continua migrazione dei cittadini dell’Est Europa, responsabili di una possibile presa di potere della Russia sul fronte Occidentale.

In ogni caso, al di là delle varie motivazioni addotte dagli organi ufficiali, peraltro basate su argomenti mai verificati ufficialmente, da un giorno all’altro quel muro letteralmente imprigionò migliaia di persone.

Così, per quasi trent’anni il Muro di Berlino ha fatto parlare sempre peggio di sé e, come era giusto e prevedibile, alla fine è caduto.

Due ragazzi festeggiano la caduta ufficiale del Muro di Berlino, novembre 1989

Oguno abbatta il proprio muro

Però ancora oggi, ovunque nel mondo si continuano a costruire ogni giorno nuovi muri non solo materiali, ma soprattutto ideologici e di pensiero.

Infatti, strategie politiche, economiche e di comunicazione sociale continuano a dividere, spaventare e impoverire sempre più sistematicamente i cittadini di tutto il mondo.

Rappresentano i pilastri portanti di questi muri invisibili, ancora più resistenti e invalicabili di qualunque Muro di Berlino.

Per questo, è sempre più importante che ogni persona abbatta quel muro di rabbia, paura e insoddisfazione che gli impedisce di vivere in pieno la propria vita, e coglierne tutte le opportunità.

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Simone Logos Losito

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